Mostra - Carlo Alleva - Influazioni

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Mostra - Carlo Alleva

Festival > 2013

La musa nel cuore - Carlo Alleva
di Raffaele Della Fera, Delta 3 Edizioni. In edicola oppure in libreria

Carlo Alleva ha inseguito sin da quando era bambino il sogno della sua vita: Dipingere.
Non si è mai stancato.
Nemmeno quando gli altri dicevano che la sua pittura non era di moda.
La voglia di vivere non è una fatto di moda.
La voglia di voler bene non è un fatto di moda.
La voglia delle cose belle non è un fatto di moda.
Non è un fatto di moda la verità il desiderio di raccontare la bellezza nemmeno il desiderio di stare con gli altri.
Carlo Alleva
ha amato talmente tanto il suo sogno
che lo ha realizzato.
Le sue opere sono capolavori di vita.
E’ uno di noi che non si è arreso davanti alla ipocrisia,
davanti all’invidia,
davanti all’egoismo,
davanti alla cattiveria.
Il suo testamento è bellissimo:
non rinunciare mai al sogno.
Il sogno è quello che ognuno ha nel proprio cuore
e tutto quello che viene dal cuore
non è mai brutto.




Carlo Alleva - IL CALVARIO - olio su tela 215 x 350 – 1968
Primo Premio Internazionale "Grandi Composizioni" – Roma – 1969)

Io sono nato praticamente da solo.
Avevo pochi anni e mio padre morì.
Poco dopo morì anche mio fratello Enzo.
Mia madre portava avanti il negozio.
Io stavo da mio nonno
o in mezzo alla strada.
Da solo.
Da solo ho capito che bisogna lottare sempre.
Ho fatto a botte con tantissimi ragazzi.
Anche più grandi di me.
Molte volte le ho prese
ma tante volte le ho anche date.
Questo mi ha insegnato tanto:
la violenza non ripaga.
Potevo farcela anche in una altro modo.
Avevo un sogno.
Diventare grande ed essere rispettato.
Non avevo niente.
Avevo solo quello che era di tutti:
quello che mi stava intorno.
Gli altri non si accorgevano di quello che c’era
e allora ho sognato di farglielo vedere
ed ho cominciato a dipingere.
Da bambino,
perché è da bambino che si diventa grande.

C.Alleva a Lacedonia da ragazzo



Ai nipoti, più tardi
racconterà una storia…:
"…il direttore, zì Salvatore,"
diceva –
"aveva un maiale.
Un giorno, era andato a portargli da mangiare
ma il maiale scappò.
E zì Salvatore dietro a gridargli di fermarsi.
Ma il maiale niente,
non ne voleva sapere.
Questa cosa durò per parecchio tempo,
ma alla fine zì Salvatore
riuscì ad afferrare e a bloccare il maiale per il collo, lo fece rotolare a terra
e legatolo
lo trascinò verso il porcile.
Mentre il maiale grugniva
zì Salvatore esclamò:
Ah puorco mio,
pu lu cereviello mi puoi fa
ma pu la forza ‘ta sta fermo
!"





Carlo Alleva - I PUGILI - olio su tela 75 x 100 – 1966



"…per mettere a posto i chiodi e la corona di spine
ho impiegato giorni e giorni…".


Avevo preparato finalmente la scultura e
dovevo mettere i chiodi e le la corona di spine.
Il giorno dopo sono tornato nel laboratorio che
avevo organizzato e mi sono avvicinato alla statua.
Ho fatto per toccarla per mettere, appunto la
corona di spine, e sono saltato in piedi per la paura.
Il corpo del cristo era caldo,
sembrava vivo.
Sono uscito e mi sono ricordato che il gesso asciugandosi e indurendosi emana calore.
In ogni caso non sono tornato al laboratorio fino a quando non ho fatto un sogno:
"…Poi una notte, stanco, m’addormentai,
e sognai che mentre alzavo la croce
quell’uomo è sceso dalla croce
e mi ha detto:
- credi davvero che così mi crocifiggi?
Ah no, Carlì. Non mi crocifiggi con questa scultura. Ogni giorno mi crocifiggono altre cose.
E tu le scoprirai .
Sulla tua pelle, lo scoprirai sulla tua pelle. –
Tornai al laboratorio e completai la scultura del Criocifisso
."

Carlo Alleva - Studi per crocefisso




"…Una volta
disegnò il volto di un mio caro compagno di scuola,
Emilio Libertazzi,
sulla lavagna
e il lavoro venne così perfetto
che il ritratto sembrava vivo.
Noi lasciammo il ritratto sulla lavagna
e quando entrò l’insegnante di religione in classe
con tono imperioso disse:
Libertazzi, vai a posto!.
ll ragazzo rispose:
professore, io sto qui.
ll ritratto rimase lì
per l’intero anno,
voltammo la lavagna
per evitare che qualcuno lo cancellasse…"


Carlo Alleva, primo in piedi a destra,con amici di Lacedonia



"…E’ uno specchio in cui si legge il futuro.
E’ vero è il testamento. Il suo.
La sua opera è potente:lui giovane.
La sua opera è dei nostri giorni: le figure in primo piano
La sua opera è vibrazione: il cielo
La sua opera è eleganza, frastuono, impeto: i cavalli
La sua opera è stata per essere: il suo ritratto






………………………………………………
Tutto questo per cercare ancora il bello, per vivere ancora,
perché chi cerca la vita non può mai morire


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